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Cagliari, 16 febbraio 2024. «Sul gas il governo fa una scelta miope e di
retroguardia. Avremo il metano con anni e anni di ritardo, mentre il
mondo va in un’altra direzione e la transizione energetica, vera chiave
dello sviluppo della Sardegna, è in moto.» Lo afferma il candidato
presidente della Coalizione sarda Renato Soru, commentando le
dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, che ha
annunciato l’imminente approvazione del decreto Energia.

«Il futuro impianto rigassificatore a Porto Torres e la dorsale che
attraverserà la Sardegna da nord a sud – continua Soru – rischiano di
entrare in servizio e portare benefici per pochi anni, per poi diventare
resti di un passato remoto oltreché ulteriori sfregi al nostro
territorio. Quando, poco meno di vent’anni fa, insieme all’allora
presidente del Consiglio Romano Prodi, volammo in Algeria per chiudere
gli accordi sulla fornitura di gas, il metanodotto Galsi era un’opera di
grandissimo valore strategico, che garantiva al nostro paese l’accesso a
una fonte di energia, ci metteva al riparo dagli alti e bassi dei
rapporti con la Russia e finalmente rendeva disponibile il metano in
Sardegna.»

«Oggi però il mondo è cambiato – dice il leader della Coalizione sarda –
e puntare sul gas, dopo aver anche ipotizzato una resurrezione del
progetto Galsi, è una decisione miope e anacronistica, di chi si ostina
a non guardare in che direzione sta andando il mondo e sceglie una fonte
energetica in dismissione. Il 2050 e l’eliminazione delle fonti non
rinnovabili sono dietro l’angolo. Ed è una scadenza che i cambiamenti
climatici sempre più violenti ci indicano come improrogabile. Lo dice la
scienza, ma il governo Meloni ha evidentemente altre idee al riguardo.

«Invece di spendere miliardi per opere immense che non sappiamo bene a
cosa serviranno dopo – dice ancora Soru – , il governo dovrebbe spingere
per la transizione energetica, un percorso ormai inarrestabile anche
grazie al continuo progresso tecnologico che rende pannelli fotovoltaici
e turbine eoliche sempre più efficienti ed esponenzialmente produttivi.
La Sardegna vuole andare in questa direzione. Il sole e il vento sono il
nostro oro, fonti di energia eterne, pulite, gratuite, che possiamo
sfruttare per fare finalmente l’atteso salto verso lo sviluppo e il
benessere.»

«I fatti di questi mesi – spiega il candidato – ci dicono però che, alla
Sardegna e ai sardi rischia di rimanere ben poco dell’energia
rinnovabile che qui si vuole produrre con impianti sempre più grandi e
invasivi del territorio. Ritengo allora che sia una priorità sottrarre
ai ministeri romani il controllo del processo autorizzativo delle nuove
centrali. A Roma sono interessati solo alle quantità promesse in sede
europea e trascurano aspetti fondamentali, come la tutela del paesaggio
e l’equa distribuzione dei benefici a favore dell’intera società sarda e
non della rendita parassitaria.»

«Per questo propongo che la scadenza delle concessioni delle nostre
centrali elettriche del 2029 venga riportata nella disponibilità
dell’amministrazione regionale. E prevediamo nel programma la creazione
un’Agenzia Regionale per l’Energia, un ente pubblico di coordinamento e
controllo che abbia come priorità il soddisfacimento del fabbisogno
dell’intero sistema pubblico regionale, dei comuni, dei consorzi di
bonifica, del sistema idrico, per il sostegno alla competitività delle
imprese, per il taglio dei costi delle nostre famiglie.»

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